Quello che nell’ambiente avviene nel corso di mesi o anni, all’interno degli impianti di compostaggio viene accelerato. Il processo del compostaggio non è altro che ciò che avviene quando gli scarti organici di origine vegetale ed animale vengono trasformati in anidrite carbonica, acqua e sostanza organica stabilizzata ottima per dare nutrimento ai nostri suoli.
Per la lavorazione degli scarti organici, in particolare per i rifiuti urbani, esistono due tipi di impianti:
- Compostaggio aerobico
- Compostaggio a digestione anaerobica
Nel caso del compostaggio aerobico il risultato diretto è il Compost o Ammendante compostato nel secondo caso si ottiene il fango digestato, un prodotto già stabilizzato, che però non può essere ancora utilizzato come fertilizzante, come avviene nel primo caso.
Il fango infatti per diventare compost deve passare dall’impianto di compostaggio. Per questo esistono anche strutture che hanno impianti integrati anaerobi-aerobico.
Impianti di compostaggio aerobico
Dopo l’accettazione del carico, un trituratore apri sacco oltre a lacerare i sacchi riduce la pezzatura del materiale, ed in seguito viene inserito all’interno di biocelle.
Al loro interno la decomposizione della materia viene accelerata attraverso il processo di disossidazione del materiale organico (biostabilizzazione accelerata).
Gli operatori controllano e regolano temperatura e umidità del materiale che durante il processo perde acqua e volume. In questo frangente di tempo entrano in azione batteri aerobici che a determinate temperature iniziano a modificare e decomporre la sostanza organica. Durante la decomposizione la sostanza essa rilascia acqua, anidrite carbonica e calore arrivando anche a fino a 60 gradi. Con il calore la carica microbica diminuisce generando a fine del processo un materiale igienizzato in quanto anche i microorganismi più resistenti al calore sono stati eliminati. Questa fase può durare da due a 6 settimane.
Il Q-ring è la fase di biostabilizzazione secondaria (asciugatura del compost). La biomassa viene disposta su delle platee insufflazione, che distribuiscono omogeneamente aria nei cumuli, coperti da teli per mantenere gli odori.
Al termine della biostabilizzazione secondaria, il materiale viene posto in maturazione lenta sotto una tettoia e periodicamente viene rivoltato.
L’ultima fase è la vagliatura, il processo in cui il prodotto viene raffinato ed eventuali tracce di materiale non compostabile verranno eliminate.
Compostaggio a digestione anaerobica
rifiuti organici che arrivano agli impianti anaerobici, dopo una prima vagliatura vengono inseriti all’interno di un digestore, una camera cilindrica chiusa dove la materia rimane per circa 3 settimane, durante la quale i rifiuti vengono mescolati continuamente. L’azione dei microorganismi che trasformano il materiale in un impasto uniforme (il fango digestato) permette di creare all’interno del digestore una massa gassosa ricca di metano e anidrite carbonica. Trasportata in una sezione idonea, la massa gassosa, viene ripulita dall’anidrite carbonica e trasformata in biogas pronto per essere immesso in rete.
Il digestato viene o trasportato in un impianto di compostaggio oppure se l’impianto è integrato viene miscelato con delle frazioni lignee-cellulose e ed inserito nelle biocelle, dove diventerà compost attraverso il compostaggio anaerobico.
Oggi l’Italia conta circa 293 impianti di compostaggio.